“Lo spettacolo del cielo mi sopraffà. Sono sopraffatto quando vedo la luna crescente o il sole in un cielo immenso.
Nei miei quadri si ritrovano spesso forme minuscole in vasti spazi vuoti. Spazi vuoti, orizzonti vuoti, pianure vuote: ogni cosa che è stata spogliata fino a che fosse del tutto nuda mi ha sempre procurato una forte impressione. Ho sempre bisogno di un punto di partenza, sia esso una macchina di polvere o uno squarcio di luce. Questa forma fa nascere una serie di cose, una ti conduce verso un’altra. Un pezzo di filo pùò dare inizio a un mondo. Trovo i miei titoli man mano che lavoro, allo stesso modo in cui sulle mie tele una cosa porta a un’altra”.
JOAN MIRO’ in XX Siècle, n° 1, 1959
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